Le tre genti: i lupi mannari
I lupi mannari sono tra le tre genti quelli che compaiono meno nei racconti scritti finora per questo mondo. Esistono, ma sono piuttosto defilati in Restano solo i corvi. Eppure hanno anche loro una cultura e un ruolo in questo mondo. Forse un giorno avranno una parte maggiore nelle storie future, per il momento vi riporto qualche mio appunto su di loro.
L’importanza sociale dei lupi mannari è sempre stata
maggiore nelle popolazioni cosiddette barbariche rispetto all’impero antico, dove non hanno mai costituito un gruppo sociale coeso. A partire dall'XI secolo ab urbe condita (dalla fondazione di Roma) la loro importanza cresce e alla fine diventano una razza
dominante al pari delle altre due. Sono comunque i meno numerosi: non si può essere trasformati in lupi mannari, se non si nasce tali. Anche per questo motivo, tendono a circondarsi di loro simili. Quando sono state stabilite le divisioni del regno e alcune di esse sono state assegnate a famiglie di lupi mannari, molti gruppi presenti in altre terre si sono spostati in queste parti del regno. In altri casi, tuttavia, le comunità sono rimaste al loro posto, spesso raggruppate in villaggi molto uniti e integrati solo in parte nella baronia, contea o ducato cui appartengono (molto dipende dall'atteggiamento degli altri villaggi o del governante di turno nei loro confronti).
Il carattere della trasformazione si manifesta con la
pubertà, quando la prima trasformazione avviene spontaneamente e comporta il passaggio completo alla forma di lupo. Per i lupi
mannari è motivo di festa e il bambino o la bambina conservano in una bulla, un
amuleto appeso al collo, un ciuffo di pelo della prima trasformazione, che
tradizionalmente è raccolto dalla matriarca, la donna più anziana, della famiglia o del villaggio. In seguito a questa
prima trasformazione, le successive sono volontarie, sebbene in situazione di
pericolo il lupo mannaro preso dal panico possa trasformarsi contro la propria
volontà. La luna piena aumenta il desiderio della trasformazione, acutizza i
sensi e rende i lupi mannari un po’ più lupi e un po’ meno uomini, tuttavia non
li obbliga a mutare forma. Con il tempo, apprendono ad arrestare la trasformazione a metà a proprio piacimento e possono quindi decidere se assumere una forma completamente lupina o una forma ibrida, di uomo-lupo.
I lupi mannari sono molto protettivi nei confronti dei bambini e qualche volta questo tratto si rivolge anche verso i bambini umani o verso chiunque considerino un amico o un loro protetto. E' un'offesa molto grave, accusare un lupo mannaro di non prendersi cura dei propri figli.
Le ferite non mortali guariscono quasi all’istante, ad eccezione di quelle inferte con armi d'argento o imbevute di succo di aconito che è l’unico
veleno a cui sono vulnerabili; gli arti staccati però non ricrescono e possono essere decapitati da armi normali, perciò non è necessario usare l'argento per ucciderli, anche se occorre abilità e velocità per far fronte ai loro attacchi. I loro sensi sono più acuti di quelli degli umani,
ad eccezione della vista; si ammalano
molto meno degli umani, i parti gemellari sono frequenti e spesso i lupi mannari nascono tra la fine dell'autunno e l'inizio della primavera, tanto che fra i vampiri si è diffuso il modo di dire "nato d'inverno come un lupo mannaro" per dire che qualcuno è particolarmente ostinato o chiuso.
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Foto di Christel SAGNIEZ da Pixabay |
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